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Lampade fotopolimerizzanti a confronto

Lampade fotopolimerizzanti a confronto

Lampade fotopolimerizzanti a confronto

 

La lampada di fotopolimerizzazione è un dispositivo utilizzato in odontoiatria per la fotopolimerizzazione di compositi a base di resina (RBC = Resin Based Composites). La lampada può essere utilizzata anche su vari altri materiali dentali utilizzati nello studio dentistico, che sono fotopolimerizzabili.

Esistono 4 tipi di lampade di fotopolimerizzazione, a seconda della tecnologia utilizzata: lampade QTH –quarzo-tungsteno-alogeno, lampade PAC – con arco plasma, lampade Laser – con laser argon e le più diffuse, lampade LED

Lampade fotopolimerizzanti a confronto

Lampade quarzo-tungsteno-alogeno – QTH – note come lampade alogene a fotopolimerizzazione:

Funziona sulla base di una lampadina alogena (lampadina al quarzo, con filamento di tungsteno, in ambiente alogeno). Funziona a lunghezze d’onda comprese tra 400 e 500 nm, con un’intensità luminosa di 400-600 mw/cm². Le lampade hanno luce blu. I dispositivi sono relativamente grandi, perché necessitano di filtri e di un ventilatore per disperdere il calore prodotto. Le lampade che utilizzano una lampadina a filamento perdono il 90% dell’energia prodotta sotto forma di calore e solo il 10% si trasforma in un’onda luminosa.

Lampade fotopolimerizzanti a confronto

Pro e contro

+ durevole nel tempo,

+ polimerizza numerosi materiali grazie all’ampia gamma di lunghezze d’onda,

 – genera un aumento della temperatura,

– dispositivi di grandi dimensioni, difficili da maneggiare, perché includono una ventola e un filtro

– richiede la sostituzione periodica delle lampadine

 

 

Lampada per fotopolimerizzazione ad arco al plasma – PAC (polimerizzazione con arco al plasma):

 

Funziona sulla base del plasma (gas elettricamente conduttivo – xenon), che forma, sotto pressione, un arco tra 2 elettrodi di tungsteno. La lunghezza della molla è di solo 1 mm. Funziona a lunghezze d’onda comprese tra 430 e 500 nm. Sono generalmente utilizzati per la polimerizzazione di compositi con fotoiniziatori diversi dai canforochinoni e sono caratterizzati da un tempo di esposizione più breve, dovuto all’elevata intensità della lunghezza d’onda.

 

   Pro e contro

+ rapida polimerizzazione

+ maggiore profondità di penetrazione rispetto alle lampade QTH

– costose, producono un’elevata contrazione marginale, sono inferiori alle lampade QTH

– dispositivi di grandi dimensioni, difficili da maneggiare, richiedono filtro e ventola

Lampada per fotopolimerizzazione laser – basata su laser argon:

 

Lavorano su base laser, garantendo la stessa potenza ea distanze maggiori, una qualità che li distingue dal resto dei modelli, essendo ideali per la polimerizzazione a distanza in zone difficili da raggiungere. Lunghezze d’onda (455-465 nm / 472-497 nm / 514 nm). La generazione di calore è minima e il tempo di esposizione è breve per la polimerizzazione RBC.

 

Pro e contro

+ rapida polimerizzazione

+ ideale per le zone difficili da raggiungere

+ la quantità di calore rilasciata è piccola

– bassa profondità di polimerizzazione

– alto prezzo

– intervalli di lunghezza d’onda bassi

 

Lampada di fotopolimerizzazione a LED – Diodi a emissione di luce – Diodi a emissione di luce:

Il modello più diffuso di lampada di fotopolimerizzazione negli studi dentistici – la lampada di fotopolimerizzazione dentale a LED wireless per uso odontoiatrico – funziona sulla base dei LED. Lunghezza d’onda nell’intervallo 400-500 nm, quindi con un ampio spettro di polimerizzazione – ideale per la polimerizzazione di compositi utilizzati in odontoiatria – a base di canforachinoni (fotoiniziatori).

Pro e contro

+ dimensione ridotta

+ varie modalità di polimerizzazione: continua, intermittente, ascendente

+ economico 

+ senza fili 

+  incorporati uniti

+ lunga durata

+ non genera calore 

– non polimerizza tutti i materiali

– richiede la ricarica della batteria per il modello wireless

 

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